Ogni tanto cedo alla tentazione di affrontare argomenti seri, o quasi.
Si perché periodicamente escono studi, ricerche o sondaggi di illustri istituti di ricerca che mi sembrano a dir poco campati in aria.
In un’epoca in cui l’evoluzione tecnologica ci mette sempre più spesso di fronte a scelte etiche e morali, soprattutto in settori come la scienza e la medicina, può capitare di chiedersi che fine faccia la morale quando si ha a che fare con quegli strumenti che più di tutti gli altri si evolvono a velocità straordinaria: Internet e l’informatica in generale.
Se lo sono chiesti alcuni neuroscienziati del Brain and Creativity Institute della University of Southern California, monitorando l’attività cerebrale di 13 volontari per capire se la velocità sia nemica del senso morale, che ha bisogno per sua natura di un certo tempo minimo di “maturazione”: in poche parole, sottoposti ad eventi in grado si suscitare emozioni come la paura, il dolore, l’ammirazione ecc, per decidere cosa provare ci impieghiamo poco meno di 10 secondi.
Questa conclusione porta gli studiosi a sostenere che sistemi di microblogging come Twitter arrivano a danneggiare la nostra capacità di giudicare gli eventi perché non ci lasciano il tempo di ragionare con oggettività e che “Il costo emotivo della tempesta di informazioni che subiamo, specie in un cervello ancora in formazione, è troppo alto nell’era dei Social Network”.
Ma la nostra moralità può dipendere davvero dal mezzo attraverso il quale ci vengono sottoposti gli eventi?
In questi giorni in cui le notizie terribili sul terremoto ci hanno raggiunti attraverso blog, Facebook e Twitter, qualcuno può sostenere che Porta a Porta di Vespa avrebbe suscitato in noi un maggiore senso morale?
Ma se io di fronte a una notizia ci impiego 10 secondi ad avere una reazione emotiva, cosa cambia che la notizia mi arrivi da internet o dalla tv? Ci metterò sempre i miei 10 secondi e poi proverò un’emozione, no?
Sti neuroscienziati hanno seri problemi, l’ho sempre detto! cosa c’entra da dove apprendo la notizia? anzi, grazie a dio che ci sono i social, se non ci rimanesse che la televisione staremmo freschi!
E i giornali Davide… non dimenticare i GIORNALI 😀
c’è da dire che quando siamo bombardati da tante informazioni e tante notizie in velocità non abbiamo il tempo di soffermarci su ognuna di esse, mentre il telegiornale coi suoi servizi di 5 minuti ci costringe a farlo, forse la differenza è tutta qui
non discuto il contributo di questi illustri scienziati, ma guardando i telegiornali direi che di etico hanno ben poco
Sono d’accordo Riccardo, soprattutto quando i telegiornali si mettono a vantarsi dei dati di ascolto che hanno fatto grazie a un terremoto 🙁
Quel servizio di Brachino della vecchina terremotata senza dentiera, che ora grazie al premier può tornare a sorridere l’avete visto?
Certo la decenza è un’altra cosa!
Temo di essermelo perso ketty… me ne farò una ragione 🙂
quindi domani fede farà un servizio sui miracoli del cavaliere 🙂
no no il “cavaliere” i miracoli li fa giornalmente ormai non fanno più notizia.
non si può partire dal presupposto che internet non ci dà abbastanza tempo per ragionare e per prendere decisioni perche vorrebbe dire che tutto ciò che facciamo su internet in qualche modo perde valore e oggi tutto si fa su internet! pensate a quegli statiin cui le persone votano attraverso internet….. allora bisognerebbe dire che tutti questi voti non hanno valore!
samu qui non si parla di internete in generale ma di sn e secondo me la teoria non è poi cosi sbagliata. se tu ti colleghi a internet per votare è ovvio che esprimi un voto sul quale hai riflettuto per giorni e non decidi in pochi secondi. quando sei su un sn invece sei raggiunto da mille informazioni tutte assieme ed è difficile provare emozioni per tutte. se una mia amica mi chiama dicendomi che sta male io provo dispiacere per lei ma se i miei 300 amici di fb scrivono sulla loro bacheca che hanno la febbre presto molta meno attenzione
E’ vero che l’obiezione è rivolta ai social network e non a internet nel suo complesso, è anche vero che se una persona a me molto cara sta male mi dispiace per lei a prescindere che la notizia mi arrivi da una sua telefonata o leggendo sulla sua bacheca di facebook
Il senso morale non lo so ma la capacità di discernere tra reale e virtuale sicuramente. Ne è dimostrazione la manifestazione in Francia. Ridicola