In tempi di crisi pensare di risolvere la situazione affidandosi alla Dea bendata e senza fare sforzi è un’idea che viene a molti, e anche se Il Corriere ci mette in guardia sul fatto che vincere è più difficile che avere per figlie 3 gemelle-conigliette, non riusciamo a resistere all’impulso di tentare.
Quando poi questo impulso viene all’interno di un’azienda Internet, si sentono persone che consigliano ad altre quali numeri “flaggare” in base a complessi algoritmi Google-style creati per l’occasione.
Una volta un tizio mi aveva chiesto di sviluppargli un software che, attraverso il calcolo delle probabilità, potesse indicargli quali numeri giocare al casinò.
Ovviamente non aveva considerato che, nel caso, a giocare al casinò ci sarei andata io.
a me interessa la storia delle conigliette .)
la vincita al superenalotto è assai improbabile, anzi ai limiti dell’impossibile (1 su 622 milioni circa), nonostante questo la disperazione traduce questa probabilità in un’ottimistica visione del “io posso vincere” e in realtà è vero, qualcuno prima o poi vincerà e perchè non io? 🙂
Facciamo così, se qualcuno di questo blog vince, si impegna a dividere il montepremi con tutti gli altri… Tanto io non gioco 😀
ah ah l’idea di flaggare i numeri è fantastica
io posso scegliere le gemelle??? 😀
a me l’idea che in un momento difficile e di crisi come questo le persone buttino i soldi giocando mi fa paura, credo che la crisi peggiore debba ancora arrivare e che bisognerebbe essere un po piu previdenti
è invece proprio questo gerardo il momento in cui le persone hanno bisogno di sperare e sognare
io infatti continuo a sognare… le conigliette 🙂
Giocare deve esser un piacere, non una necessità.
Il Superenalotto non ti cambia la vita dal momento che nel 99,999999% dei casi non lo vinci.
Al bar faccio così: o il caffè, o il superenalotto.
Un piacere al giorno 🙂
quindi se giochi il superenalotto o bevi il caffè…. la tua donna va in bianco??? 😀