Vi propongo un pezzo scritto dal mio amico Lorenzo Monfregola, Web Content Writer di Twago:
“La scrittura su internet non ha fino ad oggi avuto una vita facile. I mondi dell’informazione e dell’accademia hanno opposto notevoli resistenze al salto dall’analogico all’interfaccia digitale. Del resto nemmeno gli amanuensi accolsero con gioia la nascita dei caratteri a stampa. Si trattava, allora come ora, della perdita di una posizione acquisita.
Per molto tempo si è detto che la scrittura sul web non possa avere nessuna qualità. E’ solo da pochi anni che il blog non viene più considerato contenuto di serie B. Oggi è chiaro che i blogger sono sempre più nativi digitali che scrivono solo su internet, ed è impossibile che tra questi non ci siano bravi scrittori.
Certo bisogna fare ancora i conti con chi teme le potenzialità del web, la cui orrizontalità accetta l’autorevolezza ma rifiuta l’autoritarismo.
Contro la scrittura online vengono mosse anche critiche più contingenti.Si parla di una scrittura condizionata dall’essere rivolta a lettori superficiali e distratti dal multitasking del computer. Ma questo non può essere un giudizio totalitario. Il fatto che il web sia pieno di testi di scarsa qualità non ostacola la presenza di buona scrittura.
C’è poi la questione del Seo, ancora oggi accusato di essere il primo responsabile di testi scritti solo per fare traffico. Ma le cose non stanno più così. La scrittura non commerciale è quasi sempre stata esente da cattive pratiche di Seo. Quella commerciale è oggi costretta ad esserlo dalla raffinatezza degli algoritmi più nuovi. Prima o poi la rete non perdona contenuti inutili e sempre di più un testo di qualità è indispensabile per la credibilità di un sito.
Questa situazione apre nuove prospettive per il lavoro di web writing: internet sembra essere il solo settore realmente capace di assorbire e valorizzare il capitale della formazione di migliaia di laureati professionisti della parola (e del pensiero che la prepara).
C’è ancora chi insiste nel dire che il web può al massimo diffondere un buon copywriting, ma non potrà mai essere terreno fertile per la scrittura più nobile. Ma forse anche qua ci saranno sorprese. Forse sta già emergendo una generazione di poeti digitali che smentiranno definitivamente qualsiasi tentativo di conservazione”.