Vi è mai capitato di pensare a un articolo che vi piacerebbe leggere, scritto in un certo modo da un giornalista di un certo tipo, e poi vederlo improvvisamente materializzarsi così come l’avevate pensato?
A me il miracolo è successo ieri, grazie a La Stampa e al giornalista Gianluca Nicoletti.
Si è parlato tanto negli ultimi mesi di dipendenza da Internet, prima come fenomeno prevalentemente cinese poi come fenomeno arrivato in Italia per il quale è stato aperto un apposito reparto al Policlinico Gemelli di Roma.
Nicoletti ha fatto il test di Kimberly per valutare il suo grado di dipendenza dalla Rete, ed è arrivato molto vicino a 100 punti, il livello di guardia per cui si consiglia di “farsi vedere”. Così si è recato al Gemelli, con barba di 2 giorni e tenendo acceso e bene in vista il palmare, dove fin dall’accettazione si è ritrovato ripreso da un operatore di un tg nazionale.
“È evidente che per lui era arrivato finalmente il pazzo di Internet che aveva aspettato per tutta la mattina. In effetti avevo fatto di tutto per sembrarlo, addirittura quando mi viene rivolta la parola continuo a digitare sul mio tastierino mentre mi qualifico: «Sono un malato di Internet e voglio essere visitato da uno psichiatra!» Mentre stanno per registrarmi esce da uno stanzino un codazzo denso di bionde reggi microfono, telecamere, taccuini, domandine, sorrisini. Una collega dall’acume volpino si sbraccia a salutarmi e vengo sgamato. Dal nulla quattro o cinque camici bianchi mi circondano sospettosi: «Ma lei è un paziente o un giornalista?». Rispondo di essere entrambe le cose, non si può? Pretendo la visita e vengo accontentato”.
Viene visitato da Federico Tonioni, la star indiscussa della giornata.
“Snocciolo i miei sintomi, peraltro veri: «Ho iniziato una quindicina di anni fa. E’ stato un crescendo, ora sto attaccato al computer almeno sei ore al giorno. Quando sono in giro non mi stacco dal palmare sempre collegato. Gestisco una decina di migliaia di contatti in Facebook, sono stato per dei mesi dentro Second Life… E’ grave? »”.
Alla fine la diagnosi è che il giornalista non ha alcun problema.
Avrei dovuto andarci io e mostrargli le foto delle mie tartarughe Qwerty e Cookie e del mio gatto Mozilla.
Immagino che il gatto Mozilla scarica in continuazione roba indesiderata, anche se la cosa ti irrita tantissimo… 😛
Hahah diciamo che è un gatto molto interattivo 😉
Immagino già Mozilla andare dal veterinario aka la clinica del pc per disintossicarsi dalle sue seven life 🙂 !!!!
io dico che se il giornalista non fosse stato smascherato l’avrebbero ricoverato eccome
questo è sicuro x questi quì basta controllare la posta 2 volte al giorno che 6 già malato!
Ho anch’io questo sospetto… purtroppo non lo sapremo mai, a meno che non mi presenti io al Gemelli 😉
Ho fatto il test e sono risultato grave 🙂
secondo questo test lo siamo tutti, poveri noi!
“Ma lei è un paziente o un giornalista?». Rispondo di essere entrambe le cose, non si può?”
Passaggio strabiliante 😀
Quante pugnette che nascono attorno ad Internet, senza arrivare in fondo alle cose. Il problema è che NON abbiamo la banda larga, non che abbiamo troppa Rete http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/tecnologia/banda-larga/banda-larga-rimandata/banda-larga-rimandata.html
anche i casoncelli alla bergamasca (che navigano nel burro fuso e la pancetta) se presi in dosi abnormi sono mortali…abusus non tollit usus! (si scriverà così?)
Grande Giuliano, ottima considerazione 😉