Non si è ancora placata la polemica riguardante la condanna di Google a causa di un video online, che l’Italia si vuole distinguere ancora dalle altre nazioni mettendo le campagne AdSense sotto inchiesta.
Google ha rivoluzionato la pubblicità online, targhettizzandola come mai nessuno era riuscito a fare e dando così un gran fastidio ai grandi gruppi editoriali che, dopo aver denunciato Google News all’Antitrust, adesso vogliono un controllo sui ricavi derivanti dalla pubblicità AdSense.
Perché stiamo parlando di milioni di euro che vengono sottratti proprio ai giornali che, anziché fare accordi col colosso di Mountain View come hanno fatto in tutto il mondo i grandi dell’editoria, hanno deciso di fargli la guerra.
Se poi consideriamo che AdSense, in Italia, ha interrotto il monopolio dei media tradizionali garantendo a centinaia di siti gli introiti necessari per mantenere una democrazia basata sulla pluralità delle voci, è davvero il caso di preoccuparsi.
E se venisse condannato e bloccato?
Paradossalmente la condanna di una potenza economica americana potrebbe creare dei grossi problemi di libertà al Web italiano, che ormai da tempo ha capito di non poter sperare in politiche governative attente alla tutela di un’informazione democratica.
Spero soltanto che l’Italia non diventi un’altra Cina … i media tradizionali dovrebbero “svilupparsi” e non correre ai ripari cercando di imbavagliare la concorrenza, la possibilità di fare business deve essere concessa a chiunque … meno male che i giornali in un prossimo futuro sono destinati ad estinguersi, come i dinosauri 🙂
adsense funziona davvero e questo sta sul cazzo a molti
il mio fidanzato ha un blog e con la pubblicità di google ci paga le spese, non guadagna nulla ma almeno può mantenere viva la sua passione, altrimenti cos’altro ci resta?
NO ad un’altra Cina virtuale.
c’è da dire che il contratto che google ti fa firmare per gli adesnse non è particolarmente trasparente e in diversi punti dice che google può modificare le condizioni quando gli pare
Su questo ti devo dare ragione Roy, infatti Google parla di “discrezionalità del calcolo degli introiti” e del fatto che può “modificare senza preavviso il contratto in essere”
Ormai Google ha un monopolio, il dato non è contestabile, e si comporta un po’ come pare a lui. Personalmente comincia a darmi fastidio ma è anche oggettivo che Google abbia cambiato internet e la pubblicità e oltre ad aver fatto diventare i suoi fondatori ricchi e potenti ha migliorato il nostro modo di fruire il web e le potenzialità pubblicitarie dei nostri siti, quindi la questione andrebbe trattata con delicatezza e non con la solita brutalità italiana che scaturisce unicamente dall’invidia