Oltre l’80% dei legali dall’American Academy of matrimonial Lawyers (l’associazione di categoria che raggruppa gli avvocati divorzisti) ha ammesso di muoversi prevalentemente online e, in particolar modo, su Facebook: una vera miniera per scoprire le infedeltà.
Inutili 007 e investigatori privati, i costi sono praticamente azzerati: navigare nel mare di informazioni catapultate dalla vita privata alle pagine Web è molto più semplice ed economico che appostarsi in auto per ore (La Stampa).
I più colpiti sono gli over 50: se la generazione nata negli Anni Ottanta e Novanta ha infatti già imparato a diffidare dei social network, le generazioni precedenti hanno ancora qualche difficoltà nel gestire le impostazioni sulla privacy e nel prestare attenzione ai contenuti inseriti.
Resta un unico dubbio: Facebook è davvero un coacervo di traditori o semplicemente lo strumento di riferimento di chi ha già deciso di lasciare e cerca un pretesto per far cadere la responsabilità sul compagno/a?
Fortunatamente in Italia i separati che tornano insieme sono 6.000 ogni anno (Ansa).
Mentre 6.000 amanti rimangono al loro posto, sui social network.
Non che zuckerberg aiuti nelle questioni di privacy 😉
Già. Prima o poi metterà tutte le foto personali dei profili pubblicate automaticamente su Flickr, e i video su YouTube
io sono convinto come dici tu che chi fa questo genere di cose su facebook senza stare attento è perchè si vuole fare beccare come chi lascia in giro il cellulare con gli sms dell’amante uguale
chi va su facebook per tradire ha lo stesso pensiero quando entra in un bar o in una palestra, è l’intenzione non lo strumento
Verissimo. Sta di fatto che se certe cose le fa in un bar ha minori possibilità di essere beccato da un avvocato divorzista 😉
un po’ più di onestà meno avvocati e soprattutto niente facebook e si vivrebbe in un mondo migliore non è tanto difficile da capire
sono poco convinto che la privacy centri qualcosa, le persone che scrivono i fatti propri sul proprio wall o addirittura su quelli altrui sono esibizionisti in cerca di attenzione