Arrestata per un poke su Facebook

Non è una barzelletta: una signora del Tennessee, Shannon D. Jackson, è stata arrestata il 25 settembre per aver inviato un Poke ad un sua amica.
In questo modo, infatti, la donna ha violato un ordine di protezione imposto da una corte giudiziaria.

Ora la signora Jackson è accusata di aver usato la funzione “poke” di Facebook per contattare una donna di Hendersonville, violando l’ordine di protezione: la polizia ha fatto una copia della pagina con la quale la vittima mostrava il poke ricevuto, e la signora Jackson rischia fino a 29 giorni di carcere.

Insomma, per la legge il Poke è una comunicazione vera e propria e quindi considerato come una violazione delle disposizioni giudiziarie.

Io ho sempre pensato che il Poke fosse una violazione del diritto ad essere lasciati in pace, ma qui stiamo esagerando.

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8 commenti su “Arrestata per un poke su Facebook

  1. Beh, l’ordine di protezione stipula che non si possa telefonare, contattare o comunicare in altro modo con il firmatario, e allora mi domando: ma perché diavolo le hai mandato un poke rompiballe se non puoi contattare l’altra??? mah…

  2. Mai capito l’uso smodato che si fa dei poke… però questa vicenda la trovo curiosa… cioè Betto ha ragione che se non devi contattare una persona non puoi farlo in alcun modo, ma che il poke venga considerato una forma di tentata comunicazione mi lascia un po’ perplessa

  3. che caxxo sono i poke? perchè esistono?? ma le telefonate e le mail le schifano tutti di questi tempi?
    :o)

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