Sui social network qualunque tipo di esperienza può essere raccontata passo-passo.
Solo che ci sono persone “normali” che raccontano, ad esempio, di cosa si sta parlando a un convegno, e quelle decisamente meno normali che li usano per raccontare al mondo le proprie tragedie personali, come la madre che raccontò del figlio annegato nella piscina.
Ora al centro delle polemiche c’è Angie Jackson, 27enne della Florida che prima ha scritto su Twitter di essere rimasta incinta e poi di voler abortire utilizzando una pillola, la tanto discussa RU-486. I suoi followers sono passati da 800 a più di 2.000 in un colpo solo, mentre lei raccontava dettagliatamente l’inizio dei crampi, il sangue e tutto il resto.
A parte il fatto che, a giudicare da ciò che scrive su Twitter ma anche su Facebook, la tipa in questione non sembra particolarmente centrata e la sua sembra molto più una forma di esibizionismo che un voler condividere la sua esperienza con gli amici, come lei stessa ha dichiarato.
Detto questo però, c’è da fare un’altra considerazione: la sua esperienza, raccontata sul sito di microblogging, è stata per molte persone un’alternativa a un sistema di informazione reticente che continua a polemizzare e a condannare questa pillola abortiva senza in realtà fornire indicazioni veramente utili o raccontare l’esperienza di chi l’ha provata.
Ormai i giovani si sono resi conto di non potersi fidare dei mass media come unica fonte di informazione, e la verità è proprio che si fidano di più del racconto di una sconosciuta su Twitter che delle interviste ai medici mandate in onda dal telegiornale.
Il fenomeno fa riflettere e il motivo per cui si verifica va cercato nel vero e proprio monopolio che per tanti anni giornali e televisione hanno esercitato sulle notizie, sfruttandole con l’unico scopo di fare audience anziché riportarle seguendo un’eticità dell’informazione.
quoto. io ad esempio se mi trovassi a dover affrontare una situazione simile non saprei proprio come fare e l’esperienza di qualcuno che l’ha vissuta mi sarebbe di grande aiuto
Giustissimo. In realtà, anche prima, il passaparola, magari anche di gente incontrata per caso, contava più del silenzio o della faziosità dell’informazione ufficiale. Solo che prima il passaparola non girava il mondo in un decimo di secondo, e persone con le esperienze che ti potevano interessare non era facile trovarle. Ora basta scrivere #qualcosa in un campo di ricerca
le info che otteniamo dai mezzi di informazione sull’RU-486 sono talmente terrorizzanti che se dovesse succedere alla mia fidanzata le consiglierei l’intervento. fortuna che ci sono persone che non si fanno spaventare, sperimentano e condividono
Io lo trovo scandaloso, è un incitazione all’aborto, una pillolina e tutto è finito che razza di insegnamento è x i giovani?
il web 2.0 è il trionfo degli esibizionisti
Direi che sembra più una forma di morbosa curiosità che voglia di sapere.
Comunque diffiderei anche dei mezzi moderni di informazione,visto che le fonti,in molti casi,risultano inesatte o palesemente false.
L’unico sistema razionale è usare la rete e verificare i contenuti di un articolo cercando bene anche in altri siti.
Soprattutto se si tratta di notizie importanti,come la pillola ru486.
è giustissimo. i giovani sono curiosi e vogliono sapere, ma nella città del vaticano e del papa parlare di una pillola abortiva è proibito. chi di voi ha avuto informazioni soddisfacenti dai mass media? credo nessuno
Un aborto è una cricostanza difficile che dalle persone normali è vissuta con dolore e introspezione, come la si può sbandierare a un mondo di sconosciuti in questo modo? Lo trovo disgustoso
squallido esibizionismo fine a se stesso e ancor più squallido chi questo esibizionismo lo segue e fomenta