C’è la critica costruttiva, che pone le basi per una discussione proficua e rispettosa.
E poi c’è la critica becera, inutile, che serve solo ad elevarci e a farci sentire migliori rispetto al soggetto criticato.
Qualche giorno fa mi sono imbattuta in questo articolo di Wired che parla dello spot di Pupi Avati per il nuovo Frecciarossa 1000, definendolo “uno spot orrendo, punto di incontro tra la web serie di Lory Del Santo e un horror movie di serie z”.
Ora, è vero che la modalità narrativa di Pupi tende ad essere sempre un po’ uguale a se stessa, troppo nostalgica di un’epoca che non c’è più e decisamente superata, ma il punto non è questo.
Il punto è: che utilità può avere un pezzo del genere? Che servizio offre al lettore? In che modo gli apre la mente?
Se è vero che “Chi opera nei mass media dà forma alla società” (Bill Bernbach), perché non “formare” la società positivamente, mostrando il lato migliore dei casi di successo?
Del resto “Da un grande potere derivano grandi responsabilità”, lo sapeva pure lo zio dell’Uomo Ragno.
Un esempio? Ogni anno, a Cannes, si svolge il Festival Internazionale della Creatività (Cannes Lions), con lo scopo di celebrare il meglio della produzione mondiale nel campo della pubblicità, del design e del marketing, premiando le campagne più innovative.
E ce ne sono tantissime, non solo geniali ma anche emozionanti, capaci di sensibilizzare l’opinione pubblica e di educare alla diversità.
Parliamo di queste. Diamo il buon esempio. Regaliamo ispirazione.
In fondo, come sostiene Philip Thomas, CEO del Lions Festival: “La creatività ha il potere di cambiare la cultura e il resto del mondo, in un modo profondamente positivo”.
Vi propongo il Leone d’Argento dello scorso anno, la storia di un papà che porta la luce nel mondo della figlia: uno spot inclusivo, che fa leva sulle emozioni senza diventare stucchevole e che, soprattutto, fa riflettere.