Ieri il ministro dell’Interno Marco Minniti, il capo della Polizia Franco Gabrielli e il direttore del servizio di Polizia postale Nunzia Ciardi hanno presentato il servizio di segnalazione istantanea contro le fake news.
Si tratta di un “pulsante rosso” collocato all’interno del sito “Commissariato di Polizia online”, che guida il cittadino nel segnalare le bufale (o presunte tali).
Una volta ricevuta la segnalazione, un team di esperti procederà con le opportune verifiche e, in caso di accertata infondatezza, pubblicherà una smentita.
Lo scopo sarebbe quello di arginare l’operato di coloro che rendono virali notizie prive di ogni fondamento, riuscendo addirittura a orientare tendenziosamente l’opinione pubblica (il che suona come una censura che solleva dall’unica operazione davvero sensata: fare cultura e informazione, per insegnare a distinguere ciò che è vero da ciò che è falso).
Lo stesso Gabrielli, però, precisa che questo “servizio di pubblica utilità” continuerà a fare ciò che già faceva prima “in totale trasparenza” e funzionerà “con le norme attualmente a disposizione”.
E il punto, secondo me, è proprio questo: uno sportello gestito da “investigatori, tecnici ed esperti che garantiscono un servizio attivo in materie giuridiche e sociali”, dove l’utente può segnalare presunti crimini informatici, esiste da tempo.
Quindi, cosa cambierà?
Sul sito istituzionale, per spiegare quanto sia facile diffondere una notizia infondata ai danni di qualcuno, si cita il caso Boldrini.
Ma offendere la Boldrini è un reato, non una fake news, e le regole ci sono già. Inventare un presunto nipote assunto a Palazzo Chigi è diffamazione, e anche questo è un reato che esiste già. Se poi il problema è chi spara la promessa elettorale più grossa, non si parla di fake news, si tratta di credibilità e, in quel caso, i giudici ci sono già: sono gli elettori (Paolo Celata, TG La7).
Se invece l’urgenza è dettata dal fatto che, in vista del voto, si teme un ruolo attivo di strutture russe che diffondono fake news per destabilizzare il nostro Paese e favorire forze politiche come Lega e Movimento 5 Stelle, possiamo stare sereni: siamo già bravissimi a boicottarci da soli.