Diventare un Paese civile è ancora un lontano miraggio.
Lo si capisce anche dal grado di libertà concessa al singolo individuo di poter decidere del proprio corpo e della propria vita.

L’approvazione della legge sul biotestamento, termine peraltro errato per definire una semplice “Dichiarazione anticipata di trattamento sanitario”, ci consentirebbe di decidere, in condizione di lucidità mentale, quali terapie intendiamo o non intendiamo accettare nel caso di malattie che ci costringano a trattamenti permanenti con macchine o sistemi artificiali.
Oltre ad essere un diritto del singolo, consente anche di sollevare i nostri cari dal dover decidere per noi in momenti tanto delicati.

Non si parla di eutanasia, non si consentirà di porre fine a condizioni di grave sofferenza, semplicemente si compierebbe un passo avanti verso un’assistenza più umana e vicina ai bisogni delle persone.

Purtroppo la discussione in corso al Senato sta raggiungendo vette inarrivabili, grazie al disagio del variegato mondo cattotalebano che ci fa rivivere un glorioso passato in cui la Democrazia Cristiana faceva ostruzionismo per evitare l’approvazione della legge sul divorzio: era il 1974.

Il biotestamento “è una legge dannosa e pericolosa, va assolutamente bloccata”, strepita Massimo Gandolfini, leader del Family Day: “Se è vero che buona parte dell’opinione pubblica è a favore della legge, spesso nel Paese non c’è piena consapevolezza dell’argomento”.
“Il dibattito è stato contraddistinto da qualunquismo e superficialità. Vicende drammatiche sono state strumentalizzate per suggestionare le persone”, rincara Maurizio Gasparri.

E in Parlamento si va saldando una vasta area pronta alle barricate per innescare il gioco del rinvio sulla pelle dei malati.

Il fronte politico contrario al biotestamento è ampio: ci sono Forza Italia e soprattutto la Lega, che con Marco Centinaio vuole fare ostruzionismo con 1860 emendamenti, appoggiato dai senatori di Idea Gaetano Quagliariello, Carlo Giovanardi ed Eugenia Roccella; il capogruppo di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli e il rappresentante di Energie per l’Italia Maurizio Sacconi (Elena G. Polidori – QN).

Come dire: le magnifiche sorti progressive dell’umanità assicurate per i secoli a venire da personaggi come Gasparri e Giovanardi, novelli crociati che si reputano depositari e custodi delle norme iscritte nella natura dalla mano di Dio.

Quando l’esistenza diventa insopportabile, nessuna minoranza arrogante ha il diritto di imporre una condotta uniforme se il coesistere di condotte diverse non lede la libertà di nessuno.

Abbiamo abolito la pena di morte, aboliamo anche la “pena di vita”.