Da un paio di giorni si polemizza sul fatto che Google inquina.
Secondo una ricerca condotta dall’Università di Harvard e ripresa con enfasi dal Times, Google sarebbe una minaccia ecologica in quanto ogni ricerca effettuata immetterebbe nell’atmosfera 7 grammi di anidride carbonica, pari alla metà di quella immessa riscaldando una teiera.
Tutto questo perchè la necessità di fornire risposte in tempi molto veloci richiede server potenti, con conseguenti richieste energetiche che comunque, secondo le dichiarazioni della stessa Google, sarebbero nettamente inferiori a quelle stimate: 0,2 grammi di CO2 a ricerca.
Secondo me il punto non sta tanto nelle cifre ma nel modo in cui queste notizie vengono diffuse, provocando allarmismo.
Innanzitutto davvero il termine di paragone in base al quale vogliamo stabilire se Google inquina troppo è un bollitore per il the?
Se poi consideriamo che una persona produce circa 900 grammi di CO2 al giorno (l’equivalente di 128 ricerche su Google, stando alle stime di Harvard) semplicemente respirando, come la mettiamo? Organizziamo a turno qualche minuto di apnea?
Oppure ricominciamo a produrre unicamente materiale cartaceo, come facevamo una volta, e disboschiamo le foreste che ci rimangono?
Ok, per oggi ho detto la mia. Ora vado ad inquinare.
mentre inquini ti dico questa: stamattina per radio dicevano che un televisore al plasma di più di 40 pollici, produce circa 500 kili di C02 all’anno.
5 quintali!!!!! io sono rimasto sconvolto da sta cosa… non ci capisco più niente.
adesso scusate ma devo inquinare pure io
e che bisogno c’è di provocare tutto questo inquinamento quando abbiamo a disposizione tantissime fonti di energia alternativa? ad esempio per le ricerche di google si possono mettere 200 cinesi a girare una manovella
giusto internet dipendente! così la smettono pure di inquinare con le loro pizzerie. eccheccazzo. non si può mangiare una pizza cinese!
I giornali racconterebbero qualunque cosa pur di fare notizia, e questa è particolarmente succosa perchè riesce ad accusare una delle aziende che hanno più successo al mondo e allo stesso tempo a far passare internet come qualcosa di dannoso. Complimenti al Times e a tutti quelli che hanno riportato la notizia, compreso questo blog!
i problemi di inquinamento del pianeta meritano sicuramente più attenzione di quanta noi ne dedichiamo, e sono molto più sentiti in altri paesi, sicuramente più civili. detto questo esistono sempre le mezze misure e non bisogna esagerare con gli allarmismi inutili
se è per questo anche le stronzate inquinano 🙂
le stronzate inquinano più di tutto. inquinano le menti e mettono paure assurde che non hanno senso di esistere. preoccupiamoci dei problemi veri tanto per cambiare!
la maggior parte di ciò che è innovativo inquina, almeno in una prima versione. poi si trovano soluzioni. il punto è che il progresso non si può fermare e non possiamo certo rinunciare alle automobili per tornare al calesse
@stefy: “la maggior parte di ciò che è innovativo inquina”
non concordo. avrei concordato 10 anni fa ma non la si può più pensare così.
oggi, ciò che è DAVVERO innovativo non inkuina.
tutta la storia di google è ovviamente una pagliacciata ma non si deve pensare che l’innovazione sia inquinamento, altrimenti non abbiamo capito niente.
e poi immagina se tutti avessimo un calesse trainato, come è ovvio, da cavalli: saremmo ricoperti di m****!!!
😉
non è internet a esser dannoso ma la struttura che ci sta sotto.. non è manco una pagliacciata la storia di google se ci si pensa che usa dell’hw che deve essere alimentato, ma lo stesso lo fa’ il privato.. l’azienda di turno grande o piccola.. l’illuminazione – a volte sinonimo di spreco – nei giorni di festa e potrei continuare per molto 😐
il discorso quindi è facilmente sintetizzabile: la nostra civiltà è fondata sul consumismo. punto.
per es, perché comprare il detersivo sempre con tanto di confezioni adesivi plastica ecc? lo stesso vale per tanti altri oggetti.. pieni di manuali in mille lingue che si buttano ecc.. ecc.. ecc..
penso che la provocazione fatta su google debba servire non per mettere al bando google stessa ma per capire che stiamo forse esagerando con gli sprechi ma la gente non se ne accorge fino a quando nellemetropoli non piove per due o tre mesi.. poi tanto lo smog svanisce nel ‘nulla’ 😛
Stefy riassume molto una idea base “non possiamo certo rinunciare alle automobili per tornare al calesse” ossia.. non voglio rinunciare a uan comodità estrema anche se conosco la verità.. certo è comprensibile e molti la pensano così però penso bisogni cercare di migliorare, l’innovazione deve cercare di abbattere l’inquinamento non di darci delle normative per ‘obbligarci’ a cambiare auto ogni 2-3 anni… ma deve (e dobbiamo) dire ai produttori da ora si cambia mentalità parte dei proventi in ricerca e i risultati in tot anni, premiare le aziende che non inquinano. Il mercato rende grandi i produttori e noi siamo il mercato.