Tra le tante, sterili polemiche che hanno tenuto banco sui social in questi giorni, dalla bufala sulla magnitudo “abbassata” a quella di “immigrati in hotel vs. italiani in tenda”, per culminare nella necessità di destinare il jackpot del Superenalotto ai terremotati, ce n’è una che mi tocca da vicino: quella sulla presunta incapacità della stampa italiana e sull’altrettanto presunto ritardo col quale la notizia del terremoto sarebbe stata data.
Chi sostiene e diffonde questa falsità farebbe meglio, prima di improvvisarsi giornalista, a procedere con la verifica dei fatti (sempre che sappia di cosa si tratta): rimarrebbe stupefatto.
Repubblica, che mi risulta essere una delle principali testate italiane, ha infatti pubblicato il primo strillo alle 3.44.
Se poi il prodigio in questione, quando cerca una notizia, è capace unicamente di andare sul sito del Corriere della Sera (come sembra fare Selvaggia Lucarelli), ha evidenti problemi di analfabetismo informatico e non ha mai sentito parlare di Google.
Il Corriere della Sera avrà anche “toppato” ma, fortunatamente, non rappresenta ancora la stampa italiana nel suo insieme.
Facciamo così, la prossima volta prepariamo un “coccodrillo” anche per il terremoto, che tanto sono un po’ tutti uguali: case che crollano e gente che muore.
Pare anche che abbiano la tendenza a manifestarsi alla stessa ora della notte, il che ci semplifica ulteriormente il compito.
Infine, alle “legioni di imbecilli” (cit) che si preoccupano dei soldi che l’Italia darebbe agli immigrati (sottraendoli, evidentemente, ai terremotati) o che, con orgoglio, dichiarano di non donare 2 euro tramite sms perché “tanto li rubano le banche” suggerirei, piuttosto, di pensare ai soldi che, purtroppo, abbiamo speso per mandarle a scuola.