Chi ha a cuore la convivenza civile, non può non storcere il naso di fronte a certi commenti, tanto beceri quanto abituali, che popolano i social network.
Facebook & Co., infatti, hanno il difetto di fornire ogni giorno un palcoscenico sul quale dare sfoggio di pochezza umana e intellettuale, ignoranza, volgarità e via molestando.
La domanda è: se è vero che gli idioti (o, per dirla con Umberto Eco, le “legioni di imbecilli”) esistono anche nel mondo reale, perché sul Web si sentono maggiormente legittimati a dare sfogo alla loro manifesta idiozia?
Forse, se ciò che hanno il coraggio di scrivere online, gli venisse sbattuto in faccia nel mondo reale, cambierebbero atteggiamento o quantomeno razionalizzerebbero di più.
E’ quello che deve aver pensato Criola, associazione brasiliana per i diritti umani che ha lanciato la campagna: “Razzismo virtuale, conseguenze reali” (La Stampa).
L’iniziativa consiste nello scovare commenti discriminatori su Facebook, individuare da dove partono e trasformarli in cartelloni che vengono affissi in quelle stesse zone di provenienza.
Il metodo, deprecabile, è da regime totalitario.
Ma c’è da scommettere che funziona.