Finalmente una buona notizia: navigare su Internet stimola la mente.
Lo rivela uno studio condotto dagli scienziati americani dell’Ucla (Università della California a Los Angeles) su un gruppo di adulti e anziani al pc, che sarà pubblicato sull”American Journal of Geriatric Psychiatry’.
Questo studio, che per la prima volta indaga attraverso la risonanza magnetica funzionale l’effetto di Internet sulla mente umana, ha scoperto che navigare online migliora le performance cognitive in quanto attiva diverse aree cerebrali in più rispetto alla semplice lettura, soprattutto quelle frontali e temporali e l’area cingolata, sedi decisionali del cervello e fulcri del ragionamento complesso.
“Le ricerche su Internet – decreta lo studio – richiedono una complicata attività cerebrale, che può aiutare ad allenare e migliorare le funzionalità del cervello”.
Ora, a tutti noi è capitato di leggere un libro e di navigare su Internet.
Un libro è fatto di pagine, in generale bianche, e ha del testo, in generale nero, disposto in paragrafi e suddiviso in modo da rendere più scorrevole la lettura.
Su una pagina Web ti devi districare in mezzo a una babele di informazioni, dribblare gli annunci google, evitare i vari banner che imitano gli alert di Windows, leggere testi in grigino con carattere 3 e font Brush Script Ltd, non farti ingannare da tooltip e popunder e riuscire a trovare ciò che stai cercando.
Praticamente un’impresa.
Ma ora che ce l’hanno detto gli scienziati che navigare stimola il cervello ne siamo molto più convinti.
seriamente, faccio parte di quella che una volta era la terza età, 30 anni di fotolitografo, internet non mi ha mai fatto paura, anzi mi do da fare sbattendomi e rischiando, tant’è la vecchia professione a spingermi, per ultimo mi sono fatto un sito (o blog) modificando i fogli stile, giocare con font e giustezze, inserendo album fotografici e plugin vari e utili, piuttosto che vedere ex colleghi, amici coetanei su postazioni impallate davanti a tv e partite di calcio o riviste da parrucchieri. Internet, forse per il suo aspetto di avvicinamento delle distanze, l’apertura delle conoscenze, fonte di informazioni, è, dopo la stampa, una delle più grandi invenzioni e il suo sviluppo dovrebbe aiutare a non perdere le facoltà critiche.
Navigare, se si intende ricercare informazioni, e non chattare maliziosamente, è sicuramente un mezzo per essere presenti in questo secondo millennio.
Alex
Complimenti, tema molto interessante!
Sono d’accordo. Non è la prima volta, e neanche il solo ambito, in cui il cervello umano sottoposto ad una maggiore mole di stimoli abbia reagito in modo positivo, migliorando i processi cognitivi e di elaborazione delle idee. Questo però fino ad un limite oltre il quale lo stress a cui viene sottoposto il cervello arriva a produrre effetti devastanti (vedi uso smodato di videogames, ma anche di eccessivo ed errato approccio con l’uso di internet).
In molti casi, come dimostra uno studio promosso da HP, si osserva addirittura una riduzione del quoziente intellettivo di una persona.
hahah allora noi siamo una generazione di super intelligenti… peccato che poi ci pensi l’alcol a rimpicciolirci il super cervello che abbiamo messo su hahahah
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=69&ID_articolo=2538&ID_sezione=138&sezione=Anteprime%20dagli%20Usa
Sono d’accordo con Pamela sul fatto che è piuttosto ovvio che internet dà tanti stimoli in più rispetto a libri o giornali, perchè crea un tipo di fruizione “attiva” e non “passiva”. Inoltre è impossibile affrontare internet senza passare prima attraverso i motori di ricerca e proprio questi attivano zone della nostra mente che la semplice lettura non è in grado di attivare
“Un libro è fatto di pagine, in generale bianche, e ha del testo, in generale nero, disposto in paragrafi e suddiviso in modo da rendere più scorrevole la lettura.”
scusa ma non capisco di quale oggetto tu stia parlando.
possiede almeno un chip e un’interfaccia grafica?
secondo me la maggior parte dei siti che vengono cercati su internet non stimolano affatto la mente ma…. qualcos’altro 😀
basta riflettere sul fatto che quello italiano è sempre di più un popolo di anziani, eppure paradossalmente, a livello sociale e istituzionale, non solo non vengono valorizzati, bensì addirittura trascurati. c’è da augurarsi che notizie come questa possano servire da sprone anche per promuovere la tecnologia, come si sta facendo qui.