Pare che i fatti accaduti in Tunisia, Egitto e Libia fossero stati previsti da un professore dell’università dell’Illinois che, assieme ai suoi studenti, è riuscito a creare un supercomputer in grado di prevedere le rivoluzioni.
Come fa? Semplicemente elaborando gli articoli dei quotidiani, i servizi tv e i dati in arrivo dai think tank. Per ora gli studiosi si sono concentrati sugli eventi che hanno portato alla primavera araba, ma il team di ricerca è assolutamente convinto che funzioni anche con gli venti futuri e sostiene che il sistema avesse fornito indicazioni preziose sulla localizzazione geografica di Osama bin Laden, che poteva essere estratta dagli articoli dei quotidiani internazionali che lo davano nel nord del Pakistan, esattamente dove fu poi trovato.
Ma non avrebbero fatto prima a chiedere al polpo Paul? 🙂
Bè non è che ci voglia un supercomputer per sapere che i popoli che crepano di fame sotto dittatura prima o poi si ribelleranno
E facciamoci un bello stufato di polpo e che non se ne parli più!
i dati dei think tank fanno semplicemente ridere
eh ci voleva proprio il supercomputer! ma vaff!
abbiamo già un supercomputer, si chiama cervello e se chi governa le nazioni lo usasse di più le rivolte sarebbero più che prevedibili
Ora i potenti del mondo avranno un alibi per le loro “missioni di pace” preventive
Interroghiamolo per sapere quando il nostro mollerà 🙂