Da quando esiste Internet esistono i falsi account, che la gente crea per rimanere nell’anonimato.
Per tanto tempo infatti il bello di Internet è stato il “non doverci mettere la faccia” e creare relazioni sulla base di elementi più o meno veritieri, come quando da ragazzine in discoteca davamo nome e numero di telefono falso a chi non ci interessava…
fino all’arrivo dei cellulari, quelli ci hanno un po’ fregate perché la gente non ci cascava più e ti faceva uno squillino di verifica immediato… anche se io ho un’amica eccezionale che a 37 anni suonati riesce a far credere di aver lasciato il telefono a casa perché scarico o di avere con sè solo quello aziendale, del quale naturalmente non può lasciare il numero… e via inventando.
Poi è arrivato Facebook e le abitudini sono cambiate: tutti con nome e cognome, alla luce del sole, altrimenti come ti ritrovano gli ex compagni di asilo agli arresti domiciliari per spaccio?
La cosa che io ho sempre trovato divertente non è tanto inventarsi una nuova identità, che può anche servire in certe circostanze: quello che trovo buffo è quando le persone si spacciano per vip e tanti allocchi ci credono… la conseguenza è una denuncia del vero vip al social network di turno.
Come quando un falso George Bush su un falso profilo di Twitter aveva inserito un falso commento in occasione dell’anniversario della regina Elisabetta II: “Oggi festa per il compleanno di Lizzie. Se li porta bene i suoi 110 anni o comunque l’età che ha”.
Così notizia di ieri è che Twitter sta correndo ai ripari attraverso un sistema di verifica dell’identità dell’utente affinchè episodi di questo genere non si verifichino più.
Lo ha dichiarato un portavoce di Twitter.
Naturalmente anonimo.
Cominciamo bene.
in effetti è incredibile quanti allocchi ci siano in giro, in un mondo di disillusi crescono gli illusi del web … che sia un mondo a parte in cui vivere, io una volta mi sono spacciato per michelle dalla svizzera, non vi dico quanti contatti, forse oggi sarei sposato con un ricco sceicco arabo 🙂
ecco lo sapevo che non stavo scrivendo davvero sul blog di pamela anderson 🙁
Eppure “Pamela Fe” è bello in grande… sei cieco? Oppure eri tu che si voleva illudere di essere sul blog dell’altra Pamela… che peraltro dubito parli italiano… o quantomeno non italiano forbito come il mio 😉
io una volta ho chattato su skype con un egiziano, alto 1.60, che aveva come nick brad pitt
ah dici che la gnocca che ho incontrato ieri sera mi ha dato un numero di cellulare falso? solo perchè sono basso grasso e pelato? non è giusto però 🙁
Io ritengo il furto di identità una cosa molto grave, è che a noi comuni mortali non capita e ridiamo delle vicende dei vip, ma pensate se qualcuno rilasciasse dichiarazioni al posto vostro o si intrattenesse in conversazioni fingendosi voi
che su facebook abbiamo tutti nome e cognome non è esatto, ci sono i fanatici dell’anonimato che usano pseudonimi anche lì
Più che altro io conosco persone che hanno un doppio profilo: uno ufficiale con nome e cognome che cercando di mantenere il più “pulito” e sobrio possibile, proprio perchè ci mettono la faccia e soprattutto perchè è accessibile a fidanzate e mogli… e poi hanno un profilo privato e anonimo sul quale scrivono di tutto 🙂
Allora Pam qual’e’ il tuo profilo privato? Non dire che non esiste 🙂
Hahah sono troppo prevedibile… purtroppo è vero, non esiste, e x rendersene conto basta guardare i miei profili su facebook o twitter… c’è veramente di tutto senza pudore 😉
secondo me i personaggi famosi che di solito sono antipatici come la puzza ci guadagnano nei falsi profili sui social e diventano molto + simpatici vedi bush
io non twitterei col bush vero figuriamoci con quello falso
Confesso di esserci cascata. ma non sapevo nemmeno chi fosse. un maggiore dell’esercito olandese in afganistan.indagando sulla persona ho subito capito che era troppo in vista e ho troncato. ma e’ una cosa che puo’ ferire i sentimenti.spero di dimenticare in fretta tutta questa storia.e sicuramente non chattero’ mai piu’ in tutta la mia vita con uno sconosciuto. rimpiango i vecchi tempi in cui nulla di tutto questo era possibile.