Ho già parlato (male) della stampa e della mania che hanno i giornali di tirare fuori notizie che per alcuni giorni vanno molto di moda, dopodichè svaniscono, escono dal mercato.
Vi ricordate qualche anno fa quando in Italia tutte le statue della madonna si sono messe a piangere sangue contemporaneamente?
Ecco. Questo è decisamente il periodo di stupri e pedofilia, spesso legati al mondo Internet.
Il problema non è la notizia in sé ma il come viene trattata, cioè il fatto che anziché sensibilizzarci su una determinata piaga sociale ci terrorizza e ci fa credere che l’uomo nero sia sempre in agguato dentro l’armadio, basta solo spegnere la luce e ci assalirà.
Purtroppo sembra facile essere critici e pensare con la propria testa: in realtà nessuno di noi è esente dai condizionamenti.
Ciò che pensiamo è frutto di ciò che abbiamo imparato e i flussi di informazione che ci investono continuamente ci “modellano” e creano in noi riflessi condizionati.
Così avendo letto sul Giornale la notizia che adescare un minorenne su Internet a scopo sessuale è diventato reato punibile col carcere da 1 a 3 anni, dopo aver letto che il telefono Arcobaleno ha dichiarato che la pedofilia online è quadruplicata e che l’emergenza continua, sono incappata in un banner pubblicitario di una catena di hotel alle Mauritius con lo slogan: “Sette notti”, “All inclusive”, “Bambino gratuito” e mi si è ghiacciato il sangue.
Solo per una frazione di secondo, poi ho capito il reale contenuto del messaggio pubblicitario.
Che angoscia però.
Quel banner è un ottimo esempio di una pessima comunicazione (fatta senza pensare abbastanza).
a me dà molto l’idea di una cosa fatta da un programmatore privo di senso della realtà. che un pubblicitario o un copywriter partoriscano una cosa del genere mi sembra strano
… o forse siamo troppo condizionati dal mare di pedoinformazione.
Personalmente quando dò un bacio ad un bimbo, magari amichetto dei bimbi miei, a volte provo una sensazione tipo: “chissà chi mi vede cosa pensa”… Pessimo.
Sicuramente un copy deve sapere che un messaggio come quello del banner è troppo ambiguo. Ma magari il copy non è italiano, o non legge la stampa italiana. E quindi ragiona come una persona normale (morale: sono completamente d’accordo con la prima parte del tuo post).
Concordo con Andrea. Ieri ero in cortile che lavavo la macchina e mi si è avvicinata una bimbetta di 5-6 anni che mi ha detto: “Ciao, come ti chiami?”. La mia prima preoccupazione è stata che se fossero arrivati i genitori chissà cosa avrebbero pensato. Non si può vivere in un mondo così 🙁
E’ vero le notizie di questo periodo ci condizionano, ma questo banner mi sembra orrendo a prescindere. Ma le persone non ragionano prima di mettere online una cosa così?
Concordo con Mary. Sicuramente la stampa sta esagerando e ci stiamo davvero facendo tutti la convinzione che sul web sono tutti pedofili e che è meglio che i nostri bambini non escano di casa, però cavolo collegare il cervello prima di mettere online un banner del genere? Ma chi lavora in pubblicità non dovrebbe essere più di ogni altro aggiornato sull’attualità????
Lo scorso week end ero in macchina con mio marito e la nostra bimba di 2 anni, la bimba aveva la pipì e non ce la faceva ad arrivare a casa così abbiamo accostato e il papà l’ha accompagnata su un prato. Ad un certo punto si è avvicinata un’auto della polizia che ha rallentato e ha osservato la scena. Mi sono sentita male e mi sono rimproverata che avrei potuto accompagnare io la bambina. E poi mi sono resa conto di quanto sia stato stupido questo pensiero. La pedofilia è la cosa più orribile che si possa immaginare ma non si può nemmeno pensare di vivere in un mondo di pedofili e di doversi sempre guardare le spalle, per questo i giornali e le televisioni dovrebbero stare attente ai condizionamenti che creano con le loro notizie.